Frondarola chiude in bellezza il Festival dei borghi rurali della Laga

La festa patronale del Santissimo Salvatore ha celebrato il successo dell’iniziativa che ha attratto oltre 4.000 visitatori nella valorizzazione delle tradizioni locali

FRONDAROLA – Si è chiuso a Frondarola, in occasione della ritrovata festa patronale del Santissimo Salvatore, il Festival dei borghi, sugellando un successo che ha visto la partecipazione di oltre 4.000 visitatori, per la più grande rassegna culturale itinerante mai organizzata sui Monti della Laga, per estensione territoriale e durata temporale. Ideata per promuovere i 54 piccoli borghi rurali disegnati ad arte dei maestri scalpellini del passato, gran parte dei quali ricadenti all’interno degli incantevoli scenari naturali offerti dal Parco Nazionale del Gran Sasso-Monti della Laga, aperti per la prima volta all’accoglienza e all’ospitalità, ha confermato il valore della cultura e della tradizione locali. L’organizzazione e la promozione è stata a cura degli Enti di prossimità e da ‘FederTrek Escursionismo e Ambiente’, in collaborazione con il Consorzio BIM di Teramo, l’Archivio di Stato di Teramo e il ‘Coordinamento Territoriale delle Comunità della Laga’.

Intorno a questa destinazione turistica è stato proposto un calendario che ha previsto 36 inediti eventi giornalieri, che hanno portato una decisa ventata di novità e di fermento tra le popolazioni residenti in forma stabile o saltuaria, interessando nel periodo compreso tra maggio e inizio novembre, i territori dei comuni di Cortino, Crognaleto, Fano Adriano, Rocca Santa Maria, Teramo, Torricella Sicura e Valle Castellana.

Un’esperienza – spiegano gli organizzatori – che ha rappresentato certamente una delle azioni più concrete ed incisive di rilancio turistico nell’ambito dei nuovi percorsi di condivisione intrapresi sul territorio nel periodo del post-sisma, sull’esempio dei “Patti Educativi di Comunità”. L’esempio di amministrazione partecipata, ispirato dal principio costituzionale di sussidiarietà, sembra essere la giusta traiettoria attraverso la quale istituzioni, associazioni, cittadini, centri di produzione culturale, istituti scolastici e attività compatibili, possono provvedere in via primaria alla cura dei bisogni collettivie delleattività di interesse generale,contribuendo alla rigenerazione di beni e spazi pubblici altrimenti abbandonati al degrado”.

Punto di forza del Festival è stato infatti proprio il coinvolgimento diretto delle Comunità residenti che, raccogliendo con grande entusiasmo l’invito degli organizzatori, si sono attivate spontaneamente a carattere di puro volontariato sorprendendo i visitatori occasionali con straordinari esempi di “cittadinanza attiva” come il recupero degli spazi abbandonati (fontanili, antiche mulattiere, fondaci, staccionate, radure, abituali luoghi di ritrovo), o con l’esecuzione di importanti opere di abbellimento delle varie frazioni, ma soprattutto riaccendendo le “emozioni dell’anima” vale a dire, quelle capacità interiori che permettono di tornare ad apprezzare il valore e l’intensità delle relazioni umane espresse in questi luoghi montani. Il risultato è stato quello di allestire ideali palcoscenici paesaggistici per delle originali rappresentazioni e rievocazioni di ispirazione tradizionale, raccontati secondo la specifica vocazione di ciascun insediamento rurale, attraverso forme esperienziali capaci di rimarcare il diverso modo di abitare di questi territori montani.

E proprio a Frondarola, la partecipazione di pubblico ha sancito il successo della manifestazione. Piazza Madonna delle Grazie si è vestita a festa per l’occasione, con l’organizzazione affidata all’Associazione culturale Alto Tordino. Tanti gli ospiti che hanno ‘scaldato’ la serata (Gino Bucci, Francesco Galiffa, Domenico Cornacchia, Antonio Paolini) con un excursus sulla vita rurale bei borghi di ieri e di oggi. Il cantastorie Roppoppò ha incorniciato l’evento con l’atmosfera musicale che ha valorizzato il ricordo e la poesia del compianto poeta di Frondarola, Bonanni, con ‘Furnarol lu paes mì’ e Vito Valleriani con il suo ‘ddù bott’ ha allietato la serata.

Il coro degli Alpini Teramo e Monti della Laga ha accompagnato la serata in un’atmosfera ricca di calore intensità emozionale dei vecchi tempi, mentre la regina della serata è stata la ‘sfujate’, dolce che solo in questa occasione viene prodotto e consumato.

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